A CHI SERVIRE
E’ l’ultimo grande atto della vita pubblica di Giosuè: raccoglie in Sichem gli anziani d’Israele, e ricorda loro le
meraviglie che Dio ha operate a favore del popolo, liberandolo
da tanti nemici, e dandogli a possedere un paese stillante latte e miele. Li
esorta a temere il Signore e servirgli con integrità e verità, od a
scegliere, allora allora, a quale divinità
straniera preferiscano servire, avvertendoli che di certo cadrebbero
nell’idolatria, ove non abbandonassero i loro misfatti, e togliessero gl’idoli stranieri che erano in mezzo a loro.
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Giosuè. Giosuè fu uomo grandissimo. –
Tutto il suo elogio la Scrittura presenta nelle
parole “Servitore del Signore”. Egli aveva imparato, per lunga esperienza, a
servire Dio, e sapeva cosa significasse rimanergli
fedele, pur essendo circondato dalla corruzione di molti. Mandato ad
esplorare la terra promessa, egli e Caleb
incoraggiarono il popolo a prenderne possesso, laddove tutti gli altri
esploratori sconsigliarono l’entrata i Canaan,
abitata, essi riferivano da giganti appetto ai
quali gli ebrei parevano locuste. E, di tutta
un’intera generazione perita nel deserto, solo Giosuè e Caleb,
monumenti di fede, avevano messo piede nella terra promessa.
Ricordare. L’ultimo discorso di Giosuè è la sintesi della sua vita
meravigliosa: non glorifica se stesso ma il Signore.
E’ necessario ricordare i benefici che riceviamo: infatti; siamo assai più
sensibili alla memoria del male che non del bene ricevuto. In tutta la
Scrittura vediamo ripresentato con insistenza il
quadro dei favori da Dio largiti al popolo eletto. Giosuè, dunque, crede bene
ridestare il ricordo della storia d’Israele, e ,
vedendolo circondato da divinità straniere, lo invita a scegliere tra il
culto pagano e il servizio del vero Dio: Li avverte in ogni caso, che egli e
la sua famiglia servirebbero al Signore.
Sceglietevi oggi a cui volete servire…….Oggi; non v’era ragione a differire;
a cui volete servire ; e cioè al Signore, o agl’iddii serviti in Egitto, oppure a quelli del paese ove si
trovavano.
L’ipotesi di non servire ad alcuna divinità non è prevista. Giosuè, infatti,
nella sua lunga esperienza, non aveva incontrato un popolo senza religione. Dalla idolatria abominevole di Egitto e dai culti nefandi
dei Cananiti era avvertito che Israele, ove si
fosse allontanato dal Signore, avrebbe imitato i popoli vicini: Né aveva
Giosuè dimenticato la triste storia del vitello d’oro, costruito nell’assenza
di Mosè.
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Servire - E’ questa una parola che suona aspra. Molti vorrebbero
non trovarla nella Scrittura: Però, anche a togliere dal dizionario la
parola, resta nella vita il fatto. Gli uomini hanno sempre servito; e la
storia dell’umanità ci addita quali uomini più liberi coloro che hanno
servito Dio.
Il nostro cuore deve essere occupato di un ideale: Se non segue la verità ed
il bene ( Dio è verità e bene assoluto ), va dietro al male.
Nella storia Ebrea non troviamo mai il popolo senza religione. Altari e culti
pagani venivano introdotti al posto del Dio
d’Israele. Ed accanto alla degradazione religiosa
troviamo sempre accompagnato il decadimento morale e politico del popolo.
Pilato disse: “ Crocifiggerò io il vostro Re?” I
principali sacerdoti risposero: “Noi non abbiamo altro re che Cesare.” I Giudei, che aborrivano il governo romano, in quella occasione, pur di vedere condannato Gesù, si dichiaravano volentieri sudditi fedeli
dell’imperatore. Ora, la storia dei Giudei è una dimostrazione dell’errore
funesto che commette un popolo nell’allontanarsi dal servizio di Dio. –
Quanti martiri, quanti giudei venduti schiavi… - “ Non abbiamo altro re che
Cesare”
Gesù disse: “Io sono
venuto nel nome del padre mio, e voi non mi ricevete.” (Giov.
5:43)
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A chi servire? Molto tempo è passato, e la domanda di Giosuè non è
inopportuna ripeterla oggi. Viviamo ancora circondati dalla
idolatria, con l’Egitto alle spalle ed i Cananei
intorno a noi.
E’ illusione tremenda il credere si possa fare a
meno di servire Dio. A parte la schiavitù per il nostro egoismo, che solo
l’amore di Cristo può far tacere, corriamo proprio
il pericolo di cadere, lontano da Dio, nelle religioni degli altri popoli. E
cosa è infatti, questo movimento in occidente, che
vuole introdurre il Buddismo, ricco di massime eccellenti, lo riconosciamo,
ma dimostrato inetto a rialzare le condizioni dei popoli che lo hanno
seguito? - Gli Ebrei avevano di fronte l’esempio di Canaan,
bastevole a far risaltare l’eccellenza della religione d’Israele. I popoli
Cristiani hanno di fronte la triste condizione della donna in India, ed
altrove, a tacere di altro, bastevole a far risaltare il pregio della
religione del Vangelo.
E prima di finire, mi piace ripetere quello che il grande
vegliardo russo ha scritto della sua gioventù lontana da Dio:
“ Nella mia vita felice dal punto di vista del mondo, la somma delle
sofferenze che ho provate, basterebbe a formare un martire di Cristo “ . (Tolstoi dal “Martire di Giudea”).
Scegliamo, adunque, perché due vie abbiamo dinanzi : Dio o Mammona . Cristo od Anti-Cristo.
E, dopo quello che abbiamo detto, ne sembrano più
ragionevoli e piene di amore le parole del Maestro:
“ Togliete sopra voi il mio giogo” (vi sono, dunque altri gioghi)………
“ Il mio giogo è dolce, e il mio carico è leggero”
G.ppe Petrelli
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