L'AMMAESTRAMENTO
DELLA VERITA'
Felice colui
che viene ammaestrato direttamente dalla verità, così come essa è, e non
per mezzo di immagini o di parole umane; ché la nostra intelligenza e la nostra
sensibilità spesso ci ingannano, e sono di corta veduta. A chi giova un'ampia e
sottile discussione intorno a cose oscure e nascoste all'uomo; cose per le
quali, anche se le avremo ignorate, non saremo tenuti responsabili, nel
giudizio finale? Grande nostra stoltezza: trascurando
ciò che ci è utile, anzi necessario, ci dedichiamo a cose che attirano la
nostra curiosità e possono essere causa della nostra dannazione. "Abbiamo
occhi e non vediamo" (Ger 5,21). Che c'importa del problema dei generi e delle specie? Colui che ascolta la parola eterna si libera dalle
molteplici nostre discussioni. Da quella sola parola discendono tutte le cose e
tutte le cose proclamano quella sola parola; essa è "il principio"
che continuo a parlare agli uomini (Gv 8,25). Nessuno
capisce, nessuno giudica rettamente senza quella
parola. Soltanto chi sente tutte le cose come una cosa sola, e le porta verso l'unità e le vede tutte nell'unità, può avere
tranquillità interiore e abitare in Dio nella pace. O Dio, tu che sei la verità
stessa, fa' che io sia una cosa sola con te, in un
amore senza fine. Spesso mi stanco di leggere molte
cose, o di ascoltarle: quello che io voglio e desidero sta tutto in te.
Tacciano tutti i maestri, tacciano tutte le creature, dinanzi a te: tu solo
parlami.
Quanto più uno si sarà fatto interiormente saldo e semplice,
tanto più agevolmente capirà molte cose, e difficili, perché dall'alto egli
riceverà lume dell'intelletto. Uno spirito puro, saldo e semplice non si perde
anche se si adopera in molteplici faccende, perché tutto egli fa a onore di Dio, sforzandosi di astenersi da ogni ricerca di
sé. Che cosa ti lega e ti danneggia di più dei tuoi
desideri non mortificati? L'uomo retto e devoto prepara prima, interiormente,
le opere esterne che deve compiere. Così non saranno queste ad indurlo a
desideri volti al male; ma sarà lui invece che piegherà le sue opere alla
scelta fatta dalla retta ragione. Nessuno sostiene una lotta più dura di colui che cerca di vincere se stesso. Questo appunto
dovrebbe essere il nostro impegno: vincere noi stessi, farci ogni
giorno superiori a noi stessi e avanzare un poco nel bene.
In questa vita ogni nostra
opera, per quanto buona, è commista a qualche imperfezione; ogni nostro
ragionamento, per quanto profondo, presenta qualche oscurità. Perciò la constatazione della tua bassezza costituisce una
strada che conduce a Dio più sicuramente che una dotta ricerca filosofica. Non
già che sia una colpa lo studio, e meno ancora la semplice conoscenza delle
cose - la quale è, in se stessa, un ben ed è voluta da
Dio -; ma è sempre cosa migliore una buona conoscenza di sé e una vita
virtuosa. Infatti molti vanno spesso fuori della buona
strada e non danno frutto alcuno, o scarso frutto, di bene, proprio perché si
preoccupano più della loro scienza che della santità della loro vita. Che se la
gente mettesse tanta attenzione nell'estirpare i vizi
e nel coltivare le virtù, quanta ne mette nel sollevare sottili questioni
filosofiche non ci sarebbero tanti mali e tanti scandali tra la gente; e nei
conviventi non ci sarebbe tanta dissipazione. Per certo, quando sarà giunto il
giorno del giudizio, non ci verrà chiesto che cosa
abbiamo studiato, ma piuttosto che cosa abbiamo fatto; né ci verrà chiesto se
abbiamo saputo parlare bene, ma piuttosto se abbiamo saputo vivere devotamente.
Dimmi: dove si trovano ora tutti quei capiscuola e quei maestri, a te ben noti
mentre erano in vita, che brillavano per i loro studi? Le
brillanti loro posizioni sono ora tenute da altri; e non è detto che
questi neppure si ricordino di loro. Quando erano vivi sembravano essere un
gran che; ma ora di essi non si fa parola. Oh, quanto
rapidamente passa la gloria di questo mondo! E voglia il
cielo che la loro vita sia stata all'altezza del loro sapere; in questo caso
non avrebbero studiato e insegnato invano. Quanti uomini si preoccupano
ben poco di servire Iddio, e si perdono a causa di un vano sapere ricercato nel
mondo. Essi scelgono per sé la via della grandezza, piuttosto di quella
dell'umiltà; perciò si disperde la loro mente (Rm
1,21). Grande è, in verità, colui che ha grande amore;
colui che si ritiene piccolo e non tiene in alcun conto anche gli onori più
alti. Prudente è, in verità, colui che considera
sterco ogni cosa terrena, al fine di guadagnarsi Cristo (Fil
3,8). Dotto, nel giusto senso della parola, è, in verità, colui
che fa la volontà di Dio, buttando in un canto la propria volontà.