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Il conflitto tende a mettere in discussione tutto

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jerri

jerri


Età : Data di iscrizione : 17.12.08Messaggi : 314Località :

Il conflitto tende a mettere in discussione tutto Vide
MessaggioTitolo: Il conflitto tende a mettere in discussione tutto   Il conflitto tende a mettere in discussione tutto EmptyLun Dic 22, 2008 5:08 pm

Il conflitto tende a mettere in discussione tutto, e non tutti hanno voglia di giocarsi tutto...

Conflitti


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Nessuno ha voglia di eccessi. La nostra civiltà è stata attraversata da così tante ventate di fanatismi, che molti si affannano ad allontanare ogni possibile ipotesi di confronto. Anche se certe manifestazioni religiose danno enormemente fastidio, si è molto attenti a non esagerare nelle reazioni.

L' Islam manifesta caratteri violenti? Per alcuni, è meglio fare i "finti tonti". Per altri, è meglio distinguere le "diverse anime" dell' Islam. Gli illuministi si stringono nelle spalle: meglio evitare la polemica. I religiosi sembrano aver stretto tra loro un patto di non aggressione. Strane consorterie. Fatali ipocrisie.

Certo, ogni religione ha risvolti deliziosi. C' è un Islam delizioso. Si potrebbe dire che c' è anche un Cattolicesimo delizioso, un Protestantesimo delizioso, e così di seguito. Ma poi ci sono risvolti per nulla deliziosi. Li si trova nell' Islam, nel Cattolicesimo, nel Protestantesimo, e via discorrendo. Il conflitto tende a mettere in discussione tutto, e non tutti hanno voglia di giocarsi tutto. Meglio ripiegare verso posizioni più fluide.

All' orizzonte sembra stagliarsi una strana tendenza all' omologazione. Essa avanza attraverso la relativizzazione dei valori, la riduzione dei contrasti, lo stemperamento delle differenze. Si nutre della vaghezza delle parole, per intercettare i sentimenti dominanti e rendere più appetibili le posizioni opposte. C' è persino un Evangelismo che sembra compatibile con il Cattolicesimo.

Ci si deve chiedere se le difficoltà dell' evangelizzazione non siano in qualche misura collegabili anche a questo clima. Pressappochismo dottrinale, rigidezza etica, clima romantico… tutto questo allontana il confronto.

Molti benpensanti sono seccati dall' idea di "scontro di civiltà" (Samuel Huntington). Non persuade neppure chi cerca di correggere il tiro parlando solo di scontro tra laici ed estremisti (Michael Walzer). Sicuramente, rimane una certa perplessità davanti a certe de- generazioni; ma è possibile incanalare la furia? Che fare del fanatismo? Fare gargarismi con il termine "dialogo"non appiana le difficoltà. Certe ammissioni non risolvono i conflitti; le negazioni neppure. I negatori del conflitto sono quelli che respingono l' idea stessa di sistema culturale- religioso. Sono quelli che si nutrono di conflitti marginali e superflui. Allora sì che si fanno avanti! Sono i sublimi combattenti della cultura o gli ostinati combattenti del nulla.

Ma la negazione non è una soluzione. E poi, basta vedere le discriminazioni e le denigrazioni verso gli evangelici… Se ne vedranno ancora delle belle! I conflitti vanno riconosciuti e ricondotti in una cornice utile.

Ecco tre semplici picchetti.

Primo. Per la visione cristiana, questo mondo è segnato da profondi contrasti. C' è Dio e ci sono gli idoli. Ci sono i perduti e ci sono i salvati. Per questo, si predica la conversione, non l'assimilazione. Negare i contrasti, vuol dire porsi fuori dalla fede evangelica. Una delle prime azioni di Dio, infatti, è stata quella di separare e tracciare linee di demarcazione. La chiesa non è "contro", ma non è neppure indifferente. Essa sa di dover lottare perché la Parola sia udita e una vita vissuta. È per questo che chiama le cose con il loro nome. "Guai a quelli che chiamano bene il male e male il bene, che mutano le tenebre in luce e la luce in tenebre" (Isaia 5,20). Non è, quindi, tra coloro che ignorano i conflitti e nemmeno tra coloro che ne costruiscono di falsi.
Secondo. Il riconoscimento dei conflitti richiede sempre la provvisorietà dei giudizi. Per un cristiano, l' idea di conflitto non equivale a "crociata". La visione cristiana sa che i giudizi definitivi hanno a che fare con il giudizio finale e non con quelli "penultimi" degli uomini. Si vuole dialogare, perché si considerano plausibili le convinzioni altrui e perché si sa di essere in un universo.
Terzo. Il conflitto non è solo tra visioni del mondo, civiltà, culture… ma anche tra persone. Ci sono quelle nell' Alleanza e quelle al di fuori. Anche in questo caso le questioni di fondo e le situazioni contingenti non possono prescindere dai soggetti interessati.
C' è un conflitto. Non serve negarlo. Fare gargarismi con la parola "dialogo" è insufficiente. Bisogna trovare una cornice adeguata. E la situazione attuale rende ancora più viva l' esortazione del Signore a confrontarsi con ogni realtà, per invitare all' ubbidienza della fede ogni persona, civiltà, popolo, nazione.
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